Su invito dell’Ambasciata Spagnola, abbiamo scoperto le meraviglie naturali e culturali dell’Extremadura e preso parte alla ventesima edizione della FIO, l’evento di riferimento per il turismo ornitologico.

Eravamo sul punto di chiudere l’ufficio e iniziare le meritate vacanze natalizie quando, alcune settimane fa, abbiamo ricevuto una telefonata. Una di quelle telefonate a cui sei tentato di non rispondere, pensando che sia l’ennesimo call center. Ma questa volta abbiamo risposto, e mai scelta fu più saggia.

“Signor Russo, la chiamo dall’Ambasciata Spagnola, nello specifico dall’Ente Spagnolo del Turismo a Roma, perché avremmo il piacere di invitarla a partecipare alla F.I.O. – la Fiera Internazionale del Turismo Ornitologico – in Extremadura, la conosce?”.

Ovviamente non abbiamo esitato un secondo ad accettare, con grande entusiasmo, questa meravigliosa proposta. Conosciamo bene la FIO, un’istituzione globale in questo settore, e avevamo già pianificato di parteciparvi alla prossima edizione. Ricevere un invito ufficiale, quindi, è stato un onore e un’opportunità imperdibile.

L’invito includeva, oltre alla partecipazione alla fiera nel weekend, anche un Fam Trip (tour promozionale organizzato per gli operatori del settore turistico per conoscere da vicino una destinazione).

È così che quindi il 18 febbraio sono arrivato in Extremadura – una regione che conoscevo ma che non visitavo da molti anni. La città di Mérida è stata il punto di incontro per il gruppo di partecipanti, provenienti da ogni angolo del pianeta. Circa trenta operatori ed esperti del settore turistico, per lo più specializzati nel turismo ornitologico, sono stati invitati dalle Ambasciate spagnole dei rispettivi Paesi, e K’ Nature era tra questi.

 

Come benvenuto, siamo stati accolti da Marcos, che ci ha guidato in una passeggiata di birdwatching urbano lungo il fiume Guadiana, uno dei principali corsi d’acqua della Spagna occidentale. Un’ottima occasione per entrare subito in contatto con la ricchezza ornitologica della regione. Abbiamo osservato numerosi gruppi di Aironi guardabuoi, Cormorani, Spatole e Mignattai posarsi lungo la riva del fiume, con il ponte “Lusitania”, progettato da Santiago Calatrava, a fare da sfondo. Il pomeriggio è proseguito con la visita del centro storico di Mérida, ricco di testimonianze archeologiche di epoca romana (Merida era capitale della regione conosciuta come Lusitania, che comprendeva anche una parte del Portogallo) tra cui spiccano il Teatro e l’Anfiteatro Romano e il Tempio di Diana.

 

 

In una straordinaria combinazione di archeologia e biodiversità, la giornata si è conclusa con una visita al ponte romano, uno dei più lunghi e meglio conservati al mondo, dove sfruttiamo le ultime luci del giorno per effettuare le ultime osservazioni (tra cui un bellissimo esemplare di Tarabusino svernante).

 

 

Nei giorni successivi, accompagnati dalle eccellenti guide ornitologiche locali Marcos e Jose Luis, abbiamo esplorato i principali hotspot faunistici della regione: Acedera, borgo al cui interno sorge una chiesa utilizzata come sito di nidificazione da Grillai (Falco naumanni) e Cicogna bianca (Ciconia ciconia), oggi area protetta della rete Natura 2000 e designata come ZPS (Zona di Protezione Speciale), con un’estensione che coincide esattamente con il perimetro della chiesa; la diga di Alange, i rilievi a monte di Hornachos (dove abbiamo avvistato l’Aquila imperiale ibericaAquila adalberti – la Monachella neraOenanthe leucura – e la Cappellaccia di TheklaGalerida thekleae) e le aree pseudosteppiche di Las Serenas e Cabeza del Buey. Proprio in queste sconfinate distese abbiamo avuto l’opportunità di osservare, tra decine di specie, uno dei target più ricercati dagli appassionati di fauna che vengono in Extremadura: l’Otarda (Otis tarda), uno degli uccelli volatori più pesanti al mondo e simbolo delle pianure iberiche, nota per il suo corteggiamento spettacolare in cui i maschi gonfiano il piumaggio e compiono movimenti elaborati per attirare le femmine. La nostra osservazione di circa 15 esemplari è stata appunto impreziosita dalla visione di un maschio che iniziava la preparazione per il rituale di corteggiamento.

 

 

 

 

Nel corso di queste giornate, avendo comunque il birdwatching come attività principale, ci siamo immerse in altre esperienze significative. Abbiamo avuto il piacere, ad esempio, di visitare il centro Amus (Acción por el Mundo Salvaje), dedicato alla protezione della fauna selvatica e impegnato nel recupero e nella reintroduzione di specie minacciate. Grazie a progetti come quelli del programma LIFE, questo centro svolge un ruolo fondamentale nella conservazione degli ecosistemi locali, con un approccio scientifico e una gestione attenta degli animali.

 

Altra attività degna di essere menzionata è stata la visita alla grotta di stagionatura e affinatura dei formaggi locali dell’azienda a gestione familiare “Reborto”, esperienza resa ancora più memorabile dalla degustazione avvenuta alla fine del percorso.

 

 

Giunto il weekend ci spostiamo quindi più a nord, verso la città di Trujillo. Questo è un centro di rilevanza storica essendo il luogo natale di Francesco Pizarro, “conquistador” e figura chiave della colonizzazione spagnola del Perù. Abbiamo avuto l’opportunità di godere di una visita culturale nel centro cittadino dove, complice una magnifica luce di fine giornata, abbiamo esplorato il centro medievale, l’area del castello moresco e le stradine caratterizzate da imponenti palazzi rinascimentali.

Trujillo dista poche decine di chilometri da quella che è la meta principale della nostra settimana in Extremadura: il Parco Nazionale di Monfrague. Questo vero e proprio santuario avifaunistico ospita numeri incredibili di coppie nidificanti di specie rare e minacciate come la Cicogna nera, l’Avvoltoio monaco (qui presente con la colonia più grande del continente europeo), e il Capovaccaio. Il paesaggio del Parco è reso spettacolare dalla presenza di imponenti formazioni rocciose, scavate dal fiume Tago, e vaste distese di dehesa. Si tratta di un paesaggio semi-naturale formato da boschi aperti di querce da sughero (Quercus suber) e lecci (Quercus ilex), utilizzato tradizionalmente per l’allevamento estensivo di bestiame (come il maiale iberico) e per la produzione di sughero.

 

 

 

È proprio a Monfrague che si tiene, da ben 20 anni, la Feria Internacional de Turismo Ornitologico (FIO) la principale destinazione del nostro viaggio in Extremadura. Qui trascorriamo gran parte del nostro tempo (ma non sono mancati i momenti che ci hanno permesso di osservare tutte le principali specie target che in questo momento popolano il Parco e i suoi dintorni!).

 

Nel corso del primo giorno, durante il workshop dedicato ai fornitori del settore, abbiamo incontrato più di 20 tra responsabili di aree protette, responsabili degli assessorati al turismo provinciali e locali e operatori del settore ecoturistico che ci hanno presentato le loro offerte e proposto possibili collaborazioni.

Questo momento ci ha dato la possibilità di immaginare ancora più nel dettaglio il nostro prossimo viaggio in Extremadura – che avevamo in mente di fare da tempo e che proveremo a proporre per il prossimo inverno – ma anche di ipotizzare nuove spedizioni naturalistiche in altre aree del territorio spagnolo (come la provincia di Almeria, le Asturie o la Comunità Valenciana) che hanno sempre stuzzicato il nostro interesse.

Il secondo giorno è stato dedicato invece al godersi la fiera visitando i numerosi stand presenti, ammirando le fotografie vincitrici del concorso indetto proprio per la FIO e partecipando ad alcuni talk come quello tenuto riguardo le Fiere del Birdwatching e del Turismo Ornitologico in altri continenti o come quello di cui è stato protagonista Jaime Culebras riguardo la megadiversità faunistica dell’Ecuador e le sfide conservazionistiche che la interessano.

 

Visitare l’affollatissimo stand degli espositori è stato sicuramente uno dei momenti più memorabili. Oltre a conoscere decine di fornitori (guide ornitologiche, b&b specializzati nell’ecoturismo, tour operators specialistici), è stato estremamente interessante notare come molti enti locali spagnoli (regioni, province, etc.) fossero presenti con degli stand focalizzati proprio sulla promozione del turismo ornitologico nei propri confini. Elemento che, insieme all’idea stessa della FIO e del Fam Trip al quale abbiamo avuto l’onore di partecipare, fa capire come le amministrazioni spagnole abbiano da tempo capito l’enorme potenziale della biodiversità come volano per uno sviluppo sostenibile del territorio.

Non possiamo dire che questa sia stata per noi una rivelazione: da più di un decennio frequentiamo la Spagna e abbiamo ben presente l’attenzione dimostrata per queste tematiche, e da ancora più tempo proviamo a mantenerci continuamente aggiornati sulle sfide che riguardano la valorizzazione del turismo ornitologico. Se non è stata una rivelazione però possiamo dire si sia trattata sicuramente di una conferma di come una delle nostre mission principali – ovvero quella di promuovere lo sviluppo sostenibile dei nostri territori grazie all’ecoturismo (quello vero, non quello da greenwashing) – possa essere particolarmente preziosa.

 

Ringraziamo quindi immensamente l’Ambasciata spagnola per averci dato la possibilità di prendere parte a un’esperienza così arricchente e, soprattutto le persone che sono dietro l’organizzazione della FIO e la promozione del turismo di birdwatching in Extremadura (su tutte Vanessa Palacios che abbiamo avuto modo di conoscere nel corso del Fam Trip), che negli ultimi anni hanno lavorato – a nostro parere – in maniera meravigliosa.

Arrivederci Extremadura, ci vediamo il prossimo inverno.

Intanto, questa primavera, non vediamo l’ora di tornare nella nostra cara Andalusia per la nostra spedizione più classica, quella che tra il Parque Natural de Donana e la Sierra de Andujar, ci porterà alla ricerca della Lince pardina.

 

 

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