Nelle giornate del 12 e 19 Settembre abbiamo continuato le nostre attività in Umbria, in collaborazione con lo zoologo e fotografo naturalista Riccardo Mattea, con due uscite sul territorio al confine tra Terni e Spoleto: la zona del Monte Fionchi.
Partendo da un’altezza di circa 800 m s.l.m., abbiamo percorso un ampio sentiero in leggera salita, che ci ha permesso di osservare l’ambiente circostante dominato da un susseguirsi di campi coltivati e boschi misti di Pino nero, Leccio e Roverella. Il versante è caratterizzato da un affioramento di argille che permette a piccole vene d’acqua di affiorare in superficie e, di conseguenza, creare delle zone umide favorevoli alla sopravvivenza di specie di Anfibi endemici della nostra penisola.
I suggestivi punti panoramici di questo primo tratto ci hanno permesso di osservare numerose specie di Uccelli, tra cui la Cinciallegra (Parus major) e la Poiana (Buteo buteo), durante uno dei suoi primi voli mattutini.
Dopo la prima parte di salita, ci siamo concessi una sosta presso la chiesa di San Giovanni Battista, un piccolo eremo del XV secolo restaurata nel 2008 ed ancora oggi un importante crocevia per i pellegrini che percorrono le vie Francescane. Una volta rifocillati il cammino è proseguito verso la meta del percorso: la vetta del Monte Fionchi (1337 m).
A pochi passi dall’eremo siamo riusciti ad osservare una delle nostre specie target: l’Ululone appenninico (Bombina variegata pachypus), uno tra i più rari e minacciati Anfibi d’Italia. L’osservazione di questa specie è avvenuta in maniera etica e senza la manipolazione dell’animale, grazie alla presenza del nostro esperto, il quale ha spiegato a tutti i partecipanti gli aspetti più importanti legati della biologia e alla conservazione della specie.
Arrivati a quota 1000 m s.l.m., ci siamo soffermati su uno dei miglior punti panoramici del trekking, dal quale è stato possibile ammirare il volo di centinaia di Topini (Riparia riparia) e Rondini montane (Ptyonoprogne rupestris).
Arrivati quasi alla vetta, oltre a dedicarci alla macrofotografia, grazie alle tante specie di Artropodi incontrate, ci siamo imbattuti in una vecchia carcassa di vacca la cui morte è incerta, ma che di sicuro è stata successivamente fonte di alimento di animali selvatici quali rapaci, Volpi e il Lupo appenninico (Canis lupus italicus), del quale abbiamo osservato tracce e segni caratteristici della sua presenza in prossimità dell’animale morto.
Una volta in cima (dopo aver bevuto la deliziosa acqua della fonte Persico), ci siamo goduti la spettacolare vista della Valnerina, del promontorio dei Monti Martani e delle vette del Solenne, Aspra e Coscerno, in compagnia di una coppia di Corvi imperiali (Corvus corax).
Durante la discesa del percorso ad anello, nelle ore più calde, abbiamo attraversato un ambiente a bosco misto. Infine, raggiunto l’ultimo punto di interesse, ci siamo soffermati presso la fonte “Pineta le Cese” nella quale, in entrambe le date, tra le tante Rane appenniniche (Rana italica), abbiamo trovato un esemplare con colorazione particolarmente chiara. (LEGGI DI PIÙ QUI!)